Intervento dal palco. Festa Scintilla. CSOA il Molino. 17 Marzo 2012

Si parte e si torna assieme. È questa la parola d’ordine del movimento NOTAV in seguito agli arresti ordinati dallo sceriffo Caselli. Ma tra la partenza e l’arrivo c’è una terza componente fondamentale, il viaggio. Un viaggio che stiamo cercando di compiere, nel bene e nel male. Abbiamo dalla nostra un vantaggio fondamentale: avanziamo insieme, uno accanto all’altra, aspettandoci e incoraggiandoci a vicenda.

Questa sera tra di noi ci sono compagne e compagni da ogni parte della Svizzera e dall’Italia. Molte organizzazioni, molti gruppi, molte individualità, ma un’unica lotta contro questo sistema e i porci che lo dirigono.  Ma i nostri passi possono fare paura. proseguiamo in direzione ostinata e contraria spaventando chi non ha nessuna intenzione di mollare le redini del mondo.

Ma non riusciranno a bloccarci nemmeno con sbirri e giudici, e con un apparato repressivo sempre più mostruoso. Non ci bloccano perché dalla nostra abbiamo un’altra, immensa, qualità: la solidarietà, un onda che abbatte i muri e e sradica le reti. La solidarietà che ci fa sentire tutti uniti, più forti delle loro sbarre e più astuti dei loro giochi sporchi.

Ed è proprio per questo che oggi il nostro pensiero va a tutte e a tutti i prigionieri politici e sociali rinchiusi nelle carceri dell’impero. Continueremo sempre ad abbattere muri perché diventino ponti. Ponti tra persone e ponti tra popoli. Perché abbiamo un terzo vantaggio rispetto a chi ci vuole docili e obbedienti: l’internazionalismo. Tessiamo reti di resistenza oltre le loro frontiere. Camminiamo insieme e superiamo le loro effimere separazioni tra persone unite da un sentimento di rabbia e speranza.

Questa sera, soprattutto questa sera, non dobbiamo dimenticare un ultimo, ma non meno importante, aspetto che ci rende così pericolosi e pericolose: la memoria. I nostri sogni sono antichi. Da sempre muovono l’animo e le mani di uomini e donne decisi a combattere, in ogni caso, senza rimorso. Uomini e donne che si sono gettati a capofitto nella lotta, consapevoli delle conseguenze che questa scelta avrebbe potuto portare. Di sicuro lo sapeva anche Dax, libero e ribelle, ucciso 9 anni fa perché antifascista. E di sicuro lo sapeva Rachel Corrie, anche lei uccisa nove anni fa dalla brutalità del regime di occupazione israeliano.

Questa sera pensiamo a tutte le compagne e tutti i compagni caduti nella battaglia. Perché é anche grazie a loro che “puoi appoggiarti sulle spalle da gigante”. Perché, come dicono nei paesi baschi Borroka da bide bakarra:

La lotta è l’unica via!

ORGANIZZARSI E LOTTARE!

Scintilla.